Giornalismo, comunicazione e divulgazione in ambito medico
Disabilità
Se prendiamo la definizione della TRECCANI, c’è da farsi venire i brividi: Termine in uso nel linguaggio burocratico, sociologico e anche medico, riferito a soggetti che abbiano qualche minorazione fisica o anche psichica di grado relativamente non grave; sinon. talora di handicappato. Ma una persona non è solo la sua disabilità. Non solo, una persona può essere disabile per alcune funzioni mentali o fisiche, ma essere abile in tutto il resto.
E anche quando il resto è poco, è comunque qualcosa. Il punto è che chi è disabile ha anche delle abilità. Ma quasi mai vengono sottolineate, ci si ferma sempre e soltanto a quello che queste persone NON possono fare. Siamo vissuti sempre nella cultura che la disabilità fosse qualcosa da compatire, per cui provare tristezza. Nessuno ha mai provato davvero a far passare il concetto che nella disabilità si può trovare anche tanta forza, si può attingere a e energie e capacità che nemmeno si credeva di avere. I disabili non sono guerrieri, non sono persone che vivono la giornata lottando contro la malattia e dimenticandosi di tutto il resto. Sono persone che hanno tanti interessi, lavori, che amano e vogliono amare, che sognano e vogliono realizzare i loro sogni. Nonostante la disabilità.
O a causa della disabilità.
La disabilità è solo una delle loro mille caratteristiche e di certo non la più interessante. Se ponessimo più attenzione alle abilità di ciascuno di noi, se costruissimo un mondo a misura di persona, inclusivo, partecipativo, dove ci sono solo le Olimpiadi, senza la “Para”, dove gareggiassero , insieme, persone sane e non sane, una società dove a scuola tutti i bimbi potessero studiare insieme, nonostante le diversità e le disabilità intellettive o neurologiche, dove l’accesso alla professione fosse inclusivo e le persone con disabilità potessero lavorare secondo le proprie esigenze di salute…se ci fosse davvero una società così, la disabilità, nel suo impatto sociale, nemmeno esisterebbe.