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La “recovery” in psichiatria, un approccio di cura complementare
Nell’ambito della malattia psichiatrica, la “recovery” indica il raggiungimento di un certo grado di qualità di vita nonostante la presenza della malattia psichiatrica.
L’approccio di cura centrato sulla recovery (recovery centered) rappresenta un cambio di approccio nella cura. Innanzitutto, l’obiettivo non è più la guarigione dalla malattia, ma è quello di migliorare la qualità di vita imparando a gestire i propri sintomi. Inoltre, il paziente non è più un ricevente passivo delle cure, ma è parte integrante della cura. Attraverso la partecipazione attiva e in stretta collaborazione col medico, il paziente raggiunge una maggiore consapevolezza sulla malattia e su come migliorare la propria vita.
Per conoscere questo approccio dal punto di vista del paziente, abbiamo intervistato Fiorenzo, 44 anni affetto da malattia psichiatrica e “paziente esperto” presso il Centro Psico-Sociale della sua città.
Fiorenzo, cosa si intende con approccio “recovery centered”?
L’approccio recovery centered è un metodo che prevede la partecipazione attiva dell’utente. Ci sono dei colloqui con il medico psichiatra in cui si lavora sulla consapevolezza del malato sulla propria condizione e su quale impatto ha nella sua vita. Quindi, si decidono insieme dei piccoli obiettivi da raggiungere che possono migliorare i diversi aspetti della vita.
Uno strumento che si utilizza è la cosiddetta “recovery star”: una stella in cui ogni punta rappresenta un diverso aspetto della vita, come ad esempio: il lavoro, la cura di sé, le relazioni, l’uso di sostanze (se presente).

L’obiettivo è focalizzarsi su questi aspetti della propria vita cercando di migliorarli uno alla volta.
Il paziente, coadiuvato dal medico, si occupa di trovare una modalità adatta per migliorare nonostante la malattia che tende invece a peggiorare la situazione. Nell’ambito del colloquio può capitare che sia lo stesso paziente a dare delle indicazioni al medico, e questo grazie alla collaborazione consapevole che si crea fra i due.
L’obiettivo è raggiungere una vita soddisfacente, ricca di significato e relazioni sociali positive.
Quali sono i vantaggi più importanti della recovery in psichiatria per il paziente?
Il malato ha la possibilità di esplorare in sé stesso la malattia e capire come questa agisca sulla propria vita. Questo è il primo passo per raggiungere i propri obiettivi di miglioramento.
L’approccio basato sulla recovery tiene conto della volontà del malato. Perché c’è sempre una speranza, anche se piccola. C’è sempre qualcosa nella psiche che funziona ancora e questo seme va coltivato e fatto crescere. Questo per la persona con malattia psichica significa tornare a respirare.
Questo strumento, quindi, permette di fare delle scelte per la propria vita e questo è molto importante per un malato psichiatrico.
L’approccio permette anche di combattere lo stigma. Lo stigma rappresenta la convinzione assoluta nella società che il malato psichiatrico non possa essere in grado di vivere una vita normale. Il processo di recovery combatte lo stigma perché fa dire al malato che è egli stesso fautore della propria cura.
Non bisogna dimenticare che molti malati psichiatrici non hanno piena consapevolezza della propria condizione e spesso non la accettano. Questo è un grande ostacolo per l’inizio del percorso di cura. L’approccio centrato sulla recovery può rappresentare uno strumento per le persone poco collaboranti. Le aiuta a prendere consapevolezza della malattia insieme all’idea che possono anche fare qualcosa per sé stessi e quindi le spinge a fare il primo passo verso l’inizio le cure, che poi saranno più efficaci proprio grazie alla volontà del malato.
L’approccio recovery centered è efficace?
È un approccio efficace, anche se è un processo lento. Dal mio punto di vista la lentezza è un bene perché permette di fare le cose nel migliore dei modi. I risultati si raggiungono attraverso il raggiungimento di piccoli traguardi.
L’esito dell’approccio della recovery è variabile perché ogni persona è diversa, ma è la conoscenza della propria condizione individuale da parte del malato e del medico a permettere di individuare il metodo più adatto per ogni persona. Questo può aiutare il malato anche ad affrontare i momenti più critici che possono presentarsi nel corso della sua vita.
Fonti
- Damsgaard, J.B.; Angel, S. Living a Meaningful Life While Struggling with Mental Health: Challenging Aspects Regarding Personal Recovery Encountered in the Mental Health System. Int. J. Environ. Res. Public Health 2021, 18, 2708
- K. S. Jacob. Recovery model of mental illness: A complementary approach to psychiatric care. Indian J Psychol Med 2015;37:117-9.
- https://www.programmafor.it/2019/11/15/mental-health-recovery-star-corso-2020/
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Simona Caporali
Biotecnologa farmaceutica. Dopo alcuni anni in laboratorio e un dottorato di ricerca, dal 2010 mi dedico pienamente alla comunicazione medico-scientifica. La mia missione? Aiutare medici e pazienti attraverso una comunicazione efficace.