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Obesità infantile: la stiamo comunicando (e trattando) male
Qualche giorno fa l’American Academy of Pediatrics ha rilasciato nuove indicazioni su come gestire e trattare l’ obesità infantile.
Si parla di interventi rigorosi che vanno a incidere sugli stili di vita e i regimi alimentari, si parla di farmaci e trattamentichirurgici.
Si parla di indice di massa corporea come la bibbia per indicare se un bambino ha obesità.
Si continua a trattare l’obesità solo da un punto di vista medico, dimenticandosi di ciò che causa l’obesità, del perché un bambino o una bambina hanno obesità, del perché i genitori non riescono ad aiutare i figli. Non si può semplicemente mettere i bambini su una bilancia, dare una dieta ai genitori, magari pure redarguendoli e pensare che così si risolva il problema. E’ stato fatto così fino ad oggi ed evidentemente non ha funzionato.
Anzi, l’obesità aumenta e aumenta lo stigma verso le persone con obesità.
Occorre ripartire dalla relazione e dalla comunicazione tra medici e bambino e genitori.
Occorre ripartire, secondo noi, dalla medicina narrativa.
Capire cosa causa l’obesità è la prima mossa da fare, prima ancora di mettere il bambino o la bambina sulla bilancia.
Si potrebbe provare a sostituire i cibi meno salutari con cibi più salutari, senza all’inizio limitare le calorie. S
i può andare incontro, anziché limitare.
L’obesità si sta comunicando male ed è per questo che non si riesce a gestire in modo corretto.
Qui sotto una riflessione video sul tema.
Fonti
- Raccomandazioni AAP
- NEW YORK TIMES, Why Experts Are Urging Swifter Treatment for Children With Obesity
- NEW YORK TIMES, Why the New Obesity Guidelines for Kids Terrify Me
- NEW YORK TIMES, New Guidelines Underscore How Complicated Childhood Obesity Is for Patients and Providers
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