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Obesità infantile: se si continua così, entro il 2030 aumenterà del 60%”
Oggi nel mondo 800 milioni di persone convivono con l’obesità, che non è un problema estetico ma una patologia vera e propria e che da tempo ormai sta interessando sempre di più la popolazione pediatrica. Secondo l’OMS, se non si farà nulla per arginare il fenomeno i bambini con obesità saliranno a 250 milioni, con un aumento del 60% rispetto a oggi.

Dottoressa Michela Barichella
Insieme alla dottoressa Michela Barichella, Responsabile medico UOS NUTRIZIONE CLINICA dell’ASST Gaetano PINI-CTO e Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano per la Scuola di Specializzazione in Scienza dell’alimentazione
Quando un bambino si considera obeso?
La definizione di obesità nel bambino varia notevolmente da quella dell’adulto. Nel bambino i valori di BMI non vanno considerati in maniera puntuale, ma vanno inseriti su grafici appositi, detti percentili, che tengono conto di età e sesso. Si parla di sovrappeso con BMI > 85° percentile, di obesità con BMI > 97° percentile e obesità grave con BMI > 99° percentile.
Secondo la SIP (Società Italiana di Pediatria) e la SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica) gli strumenti da utilizzare sono:
- Rapporto peso/lunghezza, curve di riferimento dell’OMS 2006 per bambini fino a 24 mesi;
- Curve di riferimento OMS 2006 per bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni;
- Curve di riferimento OMS 2007 per bambini e adolescenti dai 5 ai 18 anni.
Oltre a queste curve di riferimento sono disponibili anche le curve di crescita italiane pubblicate da Cacciari (SIEDP), le tabelle americane pubblicate dalla CDC (Center for Disease Control) e le tabelle di crescita della IOTF (International Obesity Task Force). Queste ultime sono costruite in modo da raggiungere i valori diagnostici per sovrappeso e obesità dell’adulto all’età di 18 anni.
Quanti bambini colpisce nel mondo, è un trend in crescita?
In tutto il mondo circa 50 milioni di ragazze e 74 milioni di ragazzi di età compresa tra i 5 e i 19 anni sono obesi. Da un recente rapporto dell’OMS (chiamato Childhood Obesity Atlas) sembra che se non si interverrà al più presto con azioni incisive nel 2030 il numero di bambini e ragazzi obesi salirà a 254 milioni, con un aumento del 60% rispetto ad oggi.
Secondo questo rapporto sembra che solo un paese su 10 riuscirà a non aumentare il numero dei piccoli obesi. Se la tendenza invece si manterrà, in Cina ci saranno 62 milioni di bambini obesi, in India 27 milioni e mezzo e negli Stati Uniti 17 milioni.
Quali sono le cause principali che determinano l’obesità giovanile? E perché sta aumentando?
I fattori di rischio principali sono le cattive abitudini alimentari e la sedentarietà. Sembra, per esempio, che ancora un quarto dei bambini in Italia non consuma frutta e verdura tutti i giorni, ma faccia invece utilizzo quotidiano di bevande zuccherate e gasate, senza contare che quasi la metà mangia uno snack dolce/merendina più di 3 giorni a settimana o fa merende abbondanti e di conseguenza non adeguate.
Inoltre, quasi la metà dei bambini è sedentario e trascorre più di 2 ore al giorno davanti a tv, tablet o videogiochi e non svolge nessun tipo di attività fisica costruita o ludica (il 73,6 % dei bambini non si reca a scuola a piedi o in bicicletta).
Perché il problema del sovrappeso è preoccupante soprattutto in età infantile?
L’obesità porta con sè diverse comorbidità, che si riflettono sulla salute psichica e fisica del bambino. Tra queste l’insulino-resistenza, cioè una ridotta risposta tissutale all’azione dell’insulina e la conseguente iperinsulinemia, può determinare conseguenze sull’accrescimento e sullo sviluppo puberale, modificando il metabolismo degli ormoni sessuali e della crescita. L’insulina regola anche la sintesi ovarica degli ormoni androgeni e un suo eccesso può provocare iperandrogenismo nelle bambine. L’obesità comporta anche conseguenze sul sistema respiratorio come dispnea, apnee notturne, aumento dell’incidenza dell’asma, e può incidere anche sul fegato (steatosi epatica).
Dal momento che nei bambini le ossa sono ancora in crescita, si possono anche verificare alterazioni scheletriche a causa del sovraccarico sulle cartilagini, come ginocchio valgo o piede piatto.
In ultimo, ma non meno importanti, ci sono le conseguenze psicosociali: l’obesità è stata definita come “una delle condizioni dell’età evolutiva più stigmatizzanti e meno accettabili socialmente”. I bambini obesi si sentono discriminati, hanno una bassa autostima e tendono a chiudersi dal punto di vista sociale.
A cosa porta l’obesità infantile?
Il 50-60% dei bambini obesi è destinato a diventare un adulto obeso. Tutte le condizioni elencate prima, se non curate, perdurano e rischiano di peggiorare. L’insulino-resistenza può slatentizzarsi in diabete mellito di tipo 2 e la sindrome metabolica, che in circa il 13% dei casi si sviluppa già nei bambini < 10 anni, è un fattore di rischio per patologie cardiovascolari e aterosclerosi.
Qual è la situazione in Italia?
L’Italia è tra i paesi europei con i valori più elevati di eccesso ponderale nella popolazione in età scolare, insieme ad altri paesi dell’area mediterranea, con una percentuale di bambini in sovrappeso del 20,4% e di bambini obesi del 9,4 %, come dicono i dati dell’ultima indagine del 2019 di “Okkio alla Salute” (sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute dell’ISS, di recente designato come centro di riferimento OMS sull’Obesità Infantile). La distribuzione non è omogenea perché si assiste a una prevalenza maggiore di eccesso ponderale nelle regioni meridionali (oltre il 40% per Campania e Calabria) rispetto alle regioni settentrionali (poco più del 10% per la Valle d’Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano).
Il dato confortante è che sembra che questo trend sia in lieve diminuzione: il sovrappeso è passato da 23,3 % nel 2008/9, scendendo di 3 punti percentuali, mentre la prevalenza dell’obesità è diminuita in generale negli anni (12% nel 2008/9), anche se nell’ultima raccolta dati si assiste a una fase di plateau.
Quali sono i segnali da monitorare per capire se il bambino o la bambina rischia di diventare obeso?
È importante che i genitori prestino attenzione all’alimentazione e allo stile di vita dei propri figli. Dalle indagini di Okkio alla Salute è emerso che il 40,3% dei bambini in sovrappeso o obesi è percepito dalla madre come sotto-normopeso. Il 59,1% delle madri di bambini fisicamente poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga in maniera adeguata attività fisica e soprattutto quasi il 70% delle madri di bambini in eccesso ponderale pensa che la quantità di cibo assunta dal proprio figlio non sia eccessiva.
Il bambino deve acquisire abitudini corrette sin da bambino ed è importante che il pediatra tenga sotto controllo le curve di crescita in modo tale da poter intervenire in maniera efficace per invertire il trend di aumento del peso.