Giornalismo, comunicazione e divulgazione in ambito medico
“Tutta la la famiglia in quarantena: come madre, non so come affrontarla”
La nostra psicoterapeuta Cristina di Loreto risponde alle domande della rubrica “Mente&Maternità”

Gentile Cristina,
Sono mamma di una bimba di 3 anni e un bimbo di 10 anni, ma sono anche una donna che lavora, una compagna, una figlia e un’amica.
Dal 03 gennaio stiamo risultai tutti positivi al Covid e per questo costretti in casa sino al 18 gennaio. Mentalmente sono ripiombata a marzo 2020 chiusa in casa, senza uno spazio esterno, tutto insieme, senza mai un minuto di silenzio con le giornate tutte uguali, senza di nuovo lavoro e contatti sociali. Adesso mi sento stanca, spossata, dormo poco e ogni giorno c’è una procedura da fare per poter tornare a vivere. Come possiamo affrontare queste sensazioni? Come possiamo continuare a dire ai nostri figli che andrà tutto bene chiedendogli continuamente di rinunciare a qualcosa?
Simona
Ciao Simona,
Hai proprio ragione: molte di noi in questi ultimi due mesi sono ripiombate nelle sensazioni del primo lockdown, io per prima che ti scrivo dopo 16 giorni di isolamento (che spero stia per concludersi).
Vivere in uno spazio ristretto per noi è innaturale.
Anche se l’essere umano si abitua a tutto, (e non è sempre una fortuna) la costrizione e la limitazione della propria libertà danno effetti su mente e corpo davvero destabilizzanti. La rivista “The Lancet” già a inizio pandemia ci aveva messi in guardia pubblicando uno studio che riportava tra i possibili effetti dell’isolamento:
- stanchezza,
- irritabilità,
- insonnia,
- scarsa concentrazione
- difficoltà a decidere.
Potremmo citare questi tra gli effetti più comuni e possono protrarsi anche per settimane dopo il periodo di isolamento, ecco perché mi sento di rassicurarti. Ciò che stai attraversando è probabilmente il frutto di una difficoltà di adattamento a una situazione davvero anomala. Come si dichiara nell’ambito della psicologia dell’emergenza “hai una reazione normale a un evento anormale”. Il primo step in questi casi è di fatto “normalizzare” le reazioni all’evento emergenziale. Allargando un attimo lo sguardo però sai che mi occupo di mamme, vivere il ruolo di madre in questi giorni non è per niente semplice e il sovraccarico emotivo e fisico della gestione di lavoro, figli, casa e relazione di coppia a volte può schiacciare così tanto da portare a un vero e proprio burnout. Ci “bruciamo” come suggerisce il nome della sindrome quando diamo e basta, quando non controbilanciamo doveri e piaceri, quando sentiamo di avere finito le batterie e nei confronti dei nostri figli sentiamo un distacco mai provato.
Questa sindrome che spesso si associa al sovraccarico da lavoro o da caregiver oggi si associa anche al sovraccarico da Pandemia. L’OMS ha iniziato a parlare di “Pandemic Fatigue” per delineare il burnout da pandemia caratterizzato da:
- preoccupazione
- ansia
- stress emotivo
- stanchezza cronica
Suggerisco a te, ma anche a tutte le mamme là fuori, di condividere con il partner il momento difficile che si vive, ritrovare anche solo pochi minuti al giorno per mettere in atto un’azione gentile e piacevole verso sé stesse, responsabilizzare i figli più grandi con piccoli lavori domestici e cercare di “divertirsi” con una sana regressione nel gioco con i più piccoli. E durante l’isolamento, usare un po’ di sana creatività familiare.
Se il disagio percepito e l’esaurimento emotivo sono troppo forti, è bene chiedere un aiuto specialistico: mai sottovalutare, proprio perché madri, un momento difficile.
Un ultimo fattore importante in questo momento è coltivare la nostra attitudine alla speranza che tutto questo prima o poi sarà gestibile e aiutare anche i nostri piccoli al “tutto scorre”:
Perché senza speranza e senza fiducia l’adattamento oggi rischia di diventare apatia. La rinuncia diventa abitudine se la spalmiamo anche a ciò su cui è rimasto un briciolo di controllo, la nostra capacità di interagire con noi stessi e con la nostra realtà.
Se avete dubbi, domande o volete semplicemente raccontare la vostra storia per ricevere consigli o supporto, scriveteci a redazione@medoramagazine.it
Ricordiamo che questo canale non può e non intende in alcun modo sostituire un consulto specialistico e un supporto psicologico.
Rubrica realizzata con il supporto della psicoterapeuta Cristina Di Loreto, fondatrice del metodo ME FIRST.


Cristina Di Loreto
Psicologa e psicoterapeuta breve strategica, coach, trainer e imprenditrice. Ho ideato ME FIRST® , il primo metodo di Mom Empowerment psicologico che aiuta le mamme a realizzarsi e a trovare il proprio equilibrio.